domenica 22 aprile 2012

CRONACHE DALL'OLIMPO - L'ON. SCILIPOTI ILLUSTRA I PUNTI CRITICI DELLA NUOVA TASSA SULLA CASA (I.M.U.) AGLI DEI DELL'OLIMPO. IL CONCLAVE DEGLI DEI DICHIARA INCOSTITUZIONALE LA LEGGE SUI RIMBORSI ELETTORALI

ZEUS:  Divinità tutte che abitate l’Olimpo, siamo qui riunite d’urgenza  per esaminare e votare la proposta della Dea Vesta, protettrice della casa e della famiglia, tendente a far dichiarare incostituzionale la legge del Parlamento Italico n. 157/1999 “Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali”.  La Dea Vesta ha facoltà di illustrare la sua proposta.

VESTA: Grazie mio sommo Zeus.Vedo che anche a te è arrivato il grido di dolore delle Italiche Genti. In una settimana la mia richiesta è stata da te, unitamente all’Ufficio di Presidenza, esaminata e portata alla discussione di quest’Alma Assemblea.
Come avevo in precedenza avvertito, data la tecnicità del tema in esame, ho portato con me, perché possano meglio illustrarlo, il grande giurista Cicerone e il costituzionalista Solone.
Io, da parte mia, ritengo doveroso illustrare in via preliminare le motivazioni alla base della mia richiesta. Divinità tutte che abitate l’Olimpo sapete come purtroppo l’Italico Paese dei grandi Cicerone, Empedocle, Archimede, Gorgia da Leontini, per citarne solamente alcuni, sia attraversato da una grave  crisi economica senza precedenti. Una crisi    che colpisce in particolar modo le famiglie che adesso devono pagare anche una tassa sulla loro casa dove abitano ( I. M. U. ).
Ho deciso di presentare, unitamente ad alcune Divinità particolarmente venerate nelle terre di Girgenti, Calascibetta, Lampedusa…ed altre località, la proposta che sto illustrando  spinta, a tal fine, dall’On Scilipoti il quale abitando nelle terre della Trinacria è particolarmente sensibile ai temi che riguardano la famiglia. Egli infatti, essendo  un medico,  vive quotidianamente a contatto con le famiglie e partecipa alle loro sofferenze.
Ebbene, l’On. Scilipoti mi ha illustrato una situazione che presenta segni di palese poca avvedutezza della classe politica dell’Italico Paese nella gestione  della cosa pubblica: l’On Scilipoti conosce migliaia di famiglie che, pur essendo proprietarie della casa dove abitano, non hanno le risorse necessarie per dar da mangiare ai propri figli, ma dovranno comunque pagare 3 rate di I.M.U. e se non pagano corrono il rischio che il Sig. Befera, sul cui operato abbiamo a lungo discusso qualche giorno fa in quest’Aula, si approprierà delle case di queste sventurate famiglie.
Per non parlare poi di milioni di cittadini che spinti dall’indigenza hanno lasciato la Magna Grecia per emigrare in cerca di lavoro verso le terre della Padania, quelle bagnate dal fiume Eridanio. Ebbene, anche costoro pagheranno per il loro focolare lasciato nelle terre natie e al quale sono legati da motivi affettivi una  I. M. U. pari a tre volte perché considerato seconda casa. 
Sempre l’On Scilipoti  mi ha riferito che alcuni suoi pazienti anziani, necessitando di assistenza  per non essere in grado di compiere gli atti quotidiani, erano stati ricoverati nella pensione Belsito situata in una panoramica valle dell’Etna. Ebbene, queste persone anziane vogliono, mi diceva l’On. Scilipoti,  tornare a casa perché la loro unica abitazione é considerata seconda casa e loro sono diventati benestanti, cosicché devono pagare una tassa  I. M. U. pari al triplo. Somme di cui ovviamente non dispongono.
Mi raccontava la settimana scorsa sempre l’On Scilipoti che il Senato Italico   ha approvato una legge con la quale esonera le banche dal pagare  l’ I. M. U. perché, secondo il Governo Monti, svolgono una funzione sociale.
Avete sentito bene! Le banche, a detta del Governo Monti, svolgono una funzione sociale! Ritengo che la prima funzione sociale sia quella svolta dalla famiglia; per cui se c’è qualche soggetto da esonerare questo non può che essere la famiglia. Invece, cosa decide il Governo?
ZEUS: Cosa  divina Vesta?
VESTA:  dà facoltà ai Comuni di applicare una seconda  I. M. U. comunale  e di aumentare la tassa sui rifiuti. L’On. Scilipoti ha così commentato queste ultime due decisioni: “Tasse, tasse, tasse, ci sono tante tasse che non si vede più la casa”.
L’On. Scilipoti di cui porto a tutti Voi i più deferenti saluti augura a tutti Noi un sereno dibattito nel supremo ed esclusivo interesse delle Italiche Famiglie.
Nostri emissari, incaricati di verificare l’attendibilità di quanto riferitoci dall’On. Scilipoti, hanno confermato il grido di dolore di giovani madri italiche che non hanno il necessario per sfamare i loro pargoli.
La situazione sociale nell’Italico Paese è drammatica e richiede l’adozione di misure concrete e sensate. Ecco perché, Sommo Zeus, con il Vostro preventivo assenso mi sono avvalsa della consulenza di due grandi giuristi ( Cicerone e Solone ) che illustreranno a tutti noi i motivi che legittimano la nostra richiesta.

Riteniamo che in una sì drammatica situazione sociale sia possibile esonerare dal pagamento della tassa  I. M. U. le famiglie proprietarie almeno della casa dove abitano, almeno per le abitazioni fino a 150 mq.. Per mantenere in pareggio il bilancio si riducano drasticamente i rimborsi elettorali ai Partiti di cui abbiamo parlato la settimana scorsa.
La legge sui rimborsi elettorali (n. 157/1999) è del resto, come ci spiegherà il costituzionalista Solone, incostituzionale.

ZEUS: Grazie Vesta, procediamo alle relazioni dei giuristi. Vedo che vuol parlare per primo Cicerone, ne ha la facoltà.

CICERONE: grazie Sommo Zeus e Divinità tutte per l’avermi concesso l’onore di parlare in questa solenne Assemblea. Della relazione consegnata all’On. Vesta, sottoscritta congiuntamente da me e dal costituzionalista Solone, io parlerò a Voi per illustrarvi la prima parte, quella relativa all’organizzazione democratica dell’Italico Paese. Solone, invece, Vi illustrerà la seconda parte dove  analizza  come le forze politiche di quel Paese hanno di fatto espropriato il popolo della loro sovranità costituzionalmente garantita.
Come sapete, Voi Divinità tutte che abitate il Sommo Olimpo, la prima democrazia del mondo nacque ad Atene nel  V secolo avanti Cristo. Si trattava di una “Democrazia diretta”, in quanto i cittadini di Atene erano pochi e potevano riunirsi nell’agorà per discutere ed esprimere direttamente la propria volontà votando le leggi.
Nell’Italico Paese  ciò è impraticabile perché vi abitano 60 milioni di cittadini, dei quali 37 milioni hanno diritto di partecipare alle pubbliche Assemblee. E Voi tutti comprendete bene come sia impossibile che tutte queste persone si riuniscano contemporaneamente in Assemblea.. La Democrazia diretta  è quindi possibile solo in Stati molto piccoli.
Quella italica è invece una  “Democrazia rappresentativa”. Ciò significa che i cittadini dell’Italico Paese scelgono, attraverso elezioni  libere e segrete, i propri  “rappresentanti” che durano in carica  5 anni e sono chiamati Onorevoli e Senatori. Questi hanno il compito di riunirsi in due separate Assemblee e prendono le decisioni ( si chiamano leggi) che interessano le Genti Italiche.
C’è però anche nell’Italico Paese un caso in cui la Democrazia è diretta: ciò avviene quando si svolge il referendum per abrogare una legge votata dai rappresentanti del Popolo Italico. Vorrei continuare, ma sarei scorretto nei confronti di Solone, per cui la mia relazione termina qui. Sommo Zeus grazie per l’attenzione prestata; spero di essere stato chiaro e non aver deluso le vostre aspettative.

ZEUS: grazie per la lucidità dell’esposizione.  Adesso è chiamato a parlare   Solone.

SOLONE:  Sommo Zeus dopo il dotto intervento di Cicerone spero di essere anch’io all’altezza delle vostre aspettative. Incomincio dicendo che oggi alle genti che abitano le Italiche Regioni è garantito – ma, invero, solo  formalmente - un regime democratico nel quale il potere spetta al popolo formato da cittadini liberi e fra loro uguali.
Tutto ciò è solennemente garantito dall’articolo 1 della Costituzione ( la Legge suprema)  in vigore nell’Italico Paese, dove leggiamo che “la sovranità appartiene al popolo”. Ciò significa che il potere definitivo di ultima istanza appartiene sempre al popolo. Ecco perché la Costituzione usa  il verbo “appartiene”. E’ un verbo non usato a caso. Dovete sapere che i saggi che scrissero la Costituzione all’inizio avevano scritto che “la sovranità emana dal popolo” che ha un significato del tutto diverso: la sovranità che emana si trasferisce dal popolo ad altri; quella che invece  appartiene, deve  rimanere alla fine  sempre in capo al popolo cui spetta la parola definitiva.  Fu su mio consiglio che sostituirono il verbo emana con appartiene.
Se la Costituzione dice che la “sovranità appartiene al popolo” vuol dire che a questo deve  spettare l’ultima parola. Non è casuale il fatto che mentre la funzione legislativa del Parlamento è trattata negli artico 70-72, il referendum abrogativo è trattato in chiusura, all’articolo 75..
Diciamo,  volendo semplificare,  che l’attività legislativa del Parlamento è attività di primo grado, mentre l’attività svolta dal popolo con il referendum è attività di secondo grado, come un appello cui spetta confermare o annullare l’operato del Parlamento. Altrimenti non si spiegherebbe il ricorso al verbo  “appartiene”.   Fin qui la Costituzione.
Che questa da me a Voi esposta, Divinità tutte, sia la tesi più giusta è dimostrato dal fatto che il ragionamento diverso implicherebbe che dopo l’abrogazione referendaria il Parlamento potrebbe riapprovare un nuova legge sostanzialmente identica a quella abrogata. E che il popolo sovrano a sua volta potrebbe i pronunciarsi  nuovamente su questa seconda legge abrogandola. E poi?  Di nuovo il Parlamento?  E poi?  Di nuovo il popolo sovrano?  Un gioco che non finisce mai!    Potete dunque capire come la mia attribuzione al popolo sovrano della parola finale sia quella giusta. Niente di differente rispetto alla giurisdizione dove abbiamo un I° grado, un II° grado (alias:appello) eventuale e la Cassazione solo per garantire l’esatta osservanza della legge.  Così nella funzione legislativa: il Parlamento che approva la legge, il popolo sovrano che può eventualmente abrogarla e la Corte Costituzionale che vigila e si pronuncia  sull’operato di entrambi per garantire la piena osservanza della Costituzione e delle leggi.
Il fatto critico è che nell’Italico Paese il Parlamento si è arrogato – senza che la Costituzione lo preveda – il potere di pronunciarsi sul pronunciamento referendario approvando una nuova legge sostanzialmente identica a quella abrogata in precedenza dal popolo sovrano. E così facendo i Partiti hanno di fatto espropriato il Popolo della sua sovranità costituzionalmente garantita.
Se la sovranità appartiene al popolo, il pronunciamento referendario che annulla una legge deve essere inappellabile. Una volta che la Corte Costituzionale garantisce la regolarità delle procedure, l’esito del referendum abrogativo non può essere appellato con una nuova legge!.
Quindi la legge n. 157/1999 è incostituzionale perché successiva al pronunciamento referendario del popolo sovrano che aveva abrogato il finanziamento ai Partiti. Se il Parlamento Italico  vuole ridare la sovranità al popolo la deve annullare e tutti i soldi che i Partiti hanno finora incassato vanno consegnati allo Stato (stiamo parlando di annullamento e non revoca). Nel Senato Italico c’é la Rosy Bindi che queste cose le sa molto bene essendo stata allieva del Prof. Bachelet. Propongo, a tal fine, che copia del verbale di questa Solenne assemblea venga fatto recapitare all’Ufficio di presidenza del Senato Italico composto, tra gli altri, proprio dalla Rosy Bindi che, da esperta in materia, potrà ravvedersi delle dichiarazioni rilasciate in questi ultimi giorni. Non mi dilungo ulteriormente. Grazie per la pazienza e l’attenzione con la quale mi avete ascoltato.

ZEUS:  Molto lucida e convincente la relazione di Solone che ringrazio a nome di tutta l’Assemblea. Il Parlamento Italico vorrà seguire sì lucidi insegnamenti che ridanno vigore alla vera autentica democrazia? Non ci resta che sperare!.
L’Ufficio di Presidenza predisponga tanti plichi  contenenti i verbali dei lavori di questa Assemblea quanti sono i Senatori e gli Onorevoli Italici. Ciò al fine di far comprendere loro quanto ci stiano a cuore le sorti dell’Italico paese.
Conferisco ad Apollo l’incarico di latore dei plichi ai Senatori  e agli Onorevoli dell’Italico Parlamento.
APOLLO: Accetto volentieri l’incarico conferitomi.

ZEUS: metto ai voti la proposta della Dea Vesta, le relazioni di Cicerone e Solone e le disposizioni da me impartite.  Attesto che l’Assemblea del Sommo Olimpo approva all’unanimità.
Non avendo chiesto nessun’altro la parola sciolgo la seduta.
    

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