lunedì 23 luglio 2012

LA POVERTA' DELLA CUPIDIGIA.





On. Straccio: collega, cosa leggi e annoti nei tuoi fogli così densamente scritti?
On. Cencio: vedi…,
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: l’altro giorno viaggiavo in treno e nel mio scompartimento due distinti signori leggevano alcuni quotidiani e ne commentavano le notizie riportate.
On. Straccio: quali notizie in particolare?
On. Cencio: il loro discorso riguardava, in particolare, la criticità della situazione finanziaria in cui versa la Regione Sicilia. Ma il loro discorso, nonostante la pacatezza e la signorilità del loro linguaggio, ad un certo punto si impenna nel leggere…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: l’importo mensile complessivo di cui gode il Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo.
On. Straccio: a quanto ammonta?
On. Cencio: non ricordo; vediamo se c’è nei miei appunti. Ecco: il Presidente Raffaele Lombardo percepisce un importo mensile pari a € 15.683. Se nonché, ad un certo punto…
On. Straccio: cosa vuoi dire?
On. Cencio: la pacata sobrietà del loro discorso, proseguendo nella lettura dei giornali, lascia il posto, ad un certo punto, ad un moto di palese disappunto.
On. Staccio: che notizia hanno trovato, in particolare,  capace di suscitare in loro questo moto di disappunto?
On. Cencio: la risposta  del Lombardo a chi criticava l’entità dell’importo mensile da lui percepito.
On. Straccio: che commento? Se non lo ricordi guarda i tuoi appunti. Sono curioso.
On. Cencio: ecco qua! Dice Lombardo che “se dovessero rapportare il mio stipendio al lavoro che faccio dovrebbero triplicarlo”.
On. Straccio: più che giustificato il disappunto di quei signori! E’ un’affermazione, questa del Lombardo,  alquanto fuori le riga!
On. Cencio: in effetti l’importo e la reazione scomposta di Lombardo fanno notizia anche perché riportate nei giorni in cui quasi tutti i quotidiani, a seguito dei pesanti rilievi della Corte dei Conti sulla tenuta dei bilanci di quella Regione, titolavano a tutta pagina:  LA SICILIA  E’ FALLITA”.
Ad un certo punto mi coinvolgono nel loro discorso chiedendo un mio parere:
On. Straccio: sono curioso; cosa hai risposto?
On. Cencio: premetto che non conoscendomi non mi sono qualificato. Per quanto riguarda la domanda così risposi: “ è giunto il tempo che il Governo trovi la strada per ridurre le indennità che vengono erogate sia nelle Regioni a Statuto Speciale che in quelle a Statuto ordinario”.Non avevo ancora terminato l’esposizione del mio pensiero quando uno dei due, con tono alquanto professorale, così dice: “la difesa del Lombardo si commenta da sola!  Denota un elevato grado di disinvoltura morale!  Al che interviene l’altro dicendo “questo Lombardo è davvero povero di spirito. Ricordatevi che, come diceva Seneca,  - e prosegue con una frase in latino della quale, a dirti il vero, non ho capito il significato -   “non qui parum habet, sed qui plus cupit pauper est”.
Stavamo familiarizzando e la discussione stava entrando nel vivo dell’argomento, quando l’altoparlante comunica il nome della località della prossima fermata che, essendo quella che interessava proprio i due signori, interruppe bruscamente l’interessante confronto.
Rientrato a casa, telefono a un mio vecchio compagno di Liceo, oggi insegnante di Lettere Classiche presso un Liceo Classico,  riferendogli quanto capitatomi. Il mio amico Professore, con l’aiuto di qualche parola chiave che mi ero annotata, mi dice trattarsi di una frase tratta dalla seconda epistola di Seneca della quale ha dato la seguente traduzione:  non chi ha poco è povero, ma chi più brama”.

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