venerdì 6 luglio 2012

SOCRATE, PLATONE E J. J. ROUSSEAU: ANCHE LORO FAVOREVOLI ALL'ACCORPAMENTO DEI PICCOLI COMUNI.



On. Straccio: scusa la mia solita curiosità.
On. Cencio: cosa hai visto di così interessante?
On. Straccio: noto con piacere che al “Contratto Sociale” di Jean-Jacques Rousseau, da due settimane oggetto di attenta analisi da parte tua, adesso hai aggiunto La Repubblica di Platone. Come mai? Perché?
On. Cencio: l’anno scorso ho letto un saggio, anch’esso in borsa,  alquanto interessante dal titolo “L’accorpamento dei piccoli Comuni” edito dalla Rubbettino Ed.. Un saggio, da me  comperato dopo averne letto la recensione su Il Sole 24 ore,   che non ha deluso le mie aspettative stante la ricchezza   di tabelle e dati sul mondo dei nostri Comuni.
On. Straccio: dati di che natura?
On. Cencio: ho appreso, ad esempio, che i Comuni sono 8.101. Di questi 5.756 non superano i 5.000 abitanti. Ho appreso poi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: ho appreso che abbiamo centinaia di Comuni più piccoli di un condominio medio-piccolo:  che in provincia di Sondrio c’è un Comune (Pedesina) con 34 abitanti.
On. Straccio: non immaginavo situazioni del genere!
On. Cencio: non è ancora tutto….! In provincia di Lecco troviamo il Comune di Morterone che con i suoi 33 abitanti era il più piccolo Comune d’Italia! E non è ancora finita!
On. Straccio: non mi dire che ci sono Comuni al di sotto di questa soglia demografica.
On. Cencio: devi sapere che dai primi risultati, ancora non ufficiali,  dell’ultimo Censimento Ufficiale  della popolazione del 2001  abbiamo appreso che Morterone ha perso il primato di Comune più piccolo per cederlo a Pedesina, che di abitanti, ora, ne ha 30.
On. Straccio: notizie davvero interessanti che dovrebbero far riflettere la nostra classe politica e il Governo che si accinge a mettere mano  all’operazione spending review.
On. Cencio: da una tabella elaborata dall’Autore emerge, altresì,  che i Comuni con meno di 1.000 abitanti sono 1.964.
On. Straccio: dati che dovrebbero far riflettere non poco gli studiosi di “Ordinamento Comunale”! Ma l’Autore fa solamente una fotografia della situazione o propone anche delle possibili  soluzioni?
On. Cencio: propone di accorpare i Comuni più piccoli. Sostiene, in proposito, che una simile operazione rappresenti l’adempimento di un obbligo costituzionale.
On. Straccio: addirittura!  E qual’è quest’articolo che imporrebbe, così da renderlo doveroso, l’accorpamento dei Comuni più piccoli?
On. Cencio: l’Autore lo individua nell’articolo 97 della Costituzione il quale dispone che “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.
On. Straccio: ti sembra una tesi sostenibile? Ne hai già parlato con qualcuno?
On. Cencio: il mio amico della maggioranza – l’Avvocato, come tu lo chiami, - l’ha definita “tesi interessante”,meritevole di essere presa in seria considerazione sia in occasione delloperazione spending review, sia quando riprenderemo l’esame dell’Ordinamento Municipale.  Vedi…
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: l’Autore con l’ausilio di autorevole dottrina e abbondante giurisprudenza costituzionale sostiene che “buon andamento” significhi  “economicità, efficienza ed efficacia dell’attività della Pubblica Amministrazione. Lo stesso Autore prosegue affermando che la presenza di migliaia di piccoli Comuni  - che lui a più riprese chiama Comuni polvere – contrasti con il suddetto articolo 97.
On. Straccio: lo dimostra?
On. Cencio: Ritengo abbastanza, specie quando, attraverso l’analisi del concetto di  economicità,  mette in risalto come nei piccoli Comuni la spesa corrente aumenti, quasi sempre, a prescindere da ogni rapporto costi/benefici. Lo stesso, riportando i risultati di studi ministeriali, afferma che per ottenere un’azione economica efficiente ed efficace i Comuni devono raggiunge almeno i 5.000 abitanti. L’Autore, comunque, fa una acuta osservazione che ha meglio esplicitato in alcune interviste  a Oscar Giannino, Gianfranco Fabi e Franco Carrubba su Radio 24   e a Radio Radicale.
On. Straccio: a che proposito?
On. Cencio: a proposito della soglia demografica che l’accorpamento dovrebbe  raggiungere. La tesi dell’Autore, infatti,  non è in linea con quanto delineato nei provvedimenti approvati quando al Governo c’era l’On. Berlusconi.
On. Straccio: in che senso? Spiegami meglio.
On. Cencio: secondo l’Autore l’accorpamento è un’operazione che richiede un attento esame delle specificità che caratterizzano le diverse  aree geografiche del nostro Paese. Non è un’operazione, sostiene,   da fare a tavolino negli Uffici Ministeriali”!.
On. Straccio: vedo che l’argomento ti ha coinvolto!
On. Cencio: sappi,  se è per questo, che il mio amico della maggioranza (l’Avvocato) ha detto trattarsi di un lavoro che dovrebbe fare riflettere non poco il Governo Monti quando riprenderemo l’esame dell’Ordinamento Municipale. E, a mio avviso,  ha pienamente ragione.
On. Straccio: spiegami meglio.
On. Cencio: secondo l’Autore se l’accorpamento viene effettuato in montagna sarebbe, a suo dire, già un successo accorpare tutti i Comuni di una stessa vallata anche se il risultato demografico non raggiunge, ad esempio,  i 2.000 abitanti. E quindi sconsiglia di accorpare Comuni di vallate diverse.
On. Straccio: come mai?
On. Cencio: sopra gli 800 metri devi tener conto, ad esempio,  della difficoltà nei collegamenti specie nei mesi invernali. In pianura, invece, si potrebbe portare avanti un’operazione di accorpamento tra Comuni contermini anche se il nuovo Ente raggiungesse i 10.000 abitanti e anche più.
On. Straccio: quando è stato pubblicato?
On. Cencio nel dicembre 2010.
On. Straccio: quindi prima dei provvedimenti del Governo Berlusconi che poi si dimise dall’incarico sul finire del 2011. Però mi sembra che, nonostante la serietà della ricerca, la proposta sia stata quasi del tutto disattesa dalla riforma Berlusconi! Ma, siamo stati  talmente coinvolti dall’argomento  che non mi hai ancora detto perché stai leggendo Platone e Rousseau. Hanno qualche collegamento con il tema trattato dal saggio?
On. Cencio: più di quanto tu possa immaginare!
On. Straccio: dici davvero? Leggiamoli insieme.
On. Cencio: è proprio così!  Ebbene, leggiamo insieme i brani che mi sembrano i più significativi. Dice il Rousseau: “come la natura ha fissato dei limiti per la statura di un uomo ben fatto, passati i quali essa non produce che giganti o nani, ugualmente vi sono, riguardo alla migliore costituzione di un stato, dei limiti circa la sua estensione, affinché esso non risulti né troppo grande per essere ben  governato, né troppo piccolo per potersi mantenere da solo. In ogni corpo politico vi è un maximum di forza che non dovrebbe mai essere oltrepassato….. (libro II, paragrafo 9).
On. Straccio: con il Rousseau devo dirti che hai proprio ragione! E con Platone come la mettiamo?
On. Cencio: anche il filosofo greco – che come vedi è riportato alla pagina 34 del saggio - ci narra nel libro IV della sua “Repubblica” di un dialogo tra il filosofo Socrate e Adimanto in tema di “ricerca della migliore dimensione di una città”, durante il quale Socrate auspica che “la città non sia né piccola, né grande, ma abbia una giusta dimensione” .
Socrate: Ecco: il limite migliore a cui i nostri governanti devono attenersi nel determinare la grandezza della città e in base a questa l’estensione dei suoli confini, lasciando perdere ogni altro territorio.
Adimanto: Quale limite?
Socrate: Questo credo, che la città si ingrandisca fino al punto in cui possa, crescendo, conservare la sua unità, e non oltre.
Adimanto: Bene.   
Socrate: Perciò impartiamo ai guardiani quest’altro ordine, di badare con ogni mezzo che la città non sia né piccola né grande, ma abbia una giusta estensione e resti unita (libro IV, paragrafo 423).
On. Straccio: mi sembra, da quello che mi hai fin qui detto e da quello che stiamo leggendo, trattarsi di un  lavoro che dovrebbe essere oggetto di un’attenta analisi negli Uffici Studi Ministeriali. A proposito come si chiama l’Autore? Stasera passerò in libreria a comprarlo.
On. Cencio: Giuseppe Castronovo. Perché tanto interesse anche in te?
On. Straccio: vorrei approfondire l’argomento per parlarne con l’Avvocato e con te. Potremmo fare una proposta unitaria in tema di accorpamento dei piccoli Comuni da sottoporre al’esame del Parlamento.
 On. Cencio: l’Avvocato ha in mente di fare proprio questo e ha contattato alcuni Colleghi che al momento sarebbero concordi nel sottoscrivere una simile proposta. Se, come mi sembra, sei così interessato al tema  ti consiglio di leggere anche la prefazione. E’ stata scritta da Silvio Boccalatte,  un Avvocato genovese, esperto in materia. Ha infatti  coordinato un gruppo di studio che alcuni anni fa ha dato alle stampe, sempre con la Rubbettino, il volume “Abolire le Province”.
On. Straccio: vedo che ne parli in modo molto entusiasta!  Possiamo leggere qualche brano?
On. Cencio: E’ uno scritto da leggere dalla prima all’ultima riga. Te ne leggo qualche stralcio. “Il mondo è attanagliato dalla crisi economica più grave degli ultimi decenni: probabilmente l’intero modello di sviluppo impostosi durante il Novecento si modificherà in profondità, giungendo a un sostanziale abbandono dell’attuale insostenibile stato sociale.
Nell’arco dei prossimi anni e decenni la politica non si chiederà più se convenga operare tagli alla spesa pubblica, ma dovrà affrontare direttamente l’aspro tema del   “come”  ridurre  le spese……Gli impressionanti numeri del debito pubblico italiano sono, in  certo senso, fuorvianti e spesso impediscono lo sviluppo di un corretto dibattito politico, ma anche scientifico…Si tratta della crisi dello stato sociale nella sua consistenza fisiologica. Quando l’opinione pubblica avrà iniziato a comprendere che non si è davanti a una crisi locale o congiunturale, ma al collasso di un intero sistema di sviluppo economico sarà politicamente possibile comunicare (almeno parzialmente) la verità”.  Che te ne sembra?
On. Straccio: scritto davvero interessante e riflessioni attuali queste del Boccalatte che sembrano scritte in questi giorni di impazzimento dei mercati finanziari. Mi ha molto colpito la locuzione “collasso di un intero sistema”.  Alla luce di quello che il nostro Paese sta vivendo da alcuni mesi a questa parte mi sembra trattarsi di un  lavoro lungimirante!  Lo leggerò nel fine settimana e ne riparleremo martedì.  

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