domenica 13 gennaio 2013

L'I. M. U. E' INCOSTITUZIONALE PERCHE' VIOLA: GLI ARTICOLI 10, 53 DELLA COSTITUZIONE E IL PATTO INTERNAZIONALE SUI DIRITTI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI ADOTTATO DALL'O. N. U..



Caro Castronovo

Proseguiamo, a richiesta dei lettori del tuo blog, nell’esame dei vizi di legittimità costituzionale che sono presenti nella legge con la quale il Governo Monti ha introdotto l’I. M. U.
Dopo aver evidenziato la violazione dell’articolo 53 della Costituzione perché trattasi di un tributo che difetta della progressività, ci siamo accorti che  è stato violato anche il “Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali” adottato dall’Assemblea dell’O. N. U. il 16.12.1966 ed entrato in vigore il 23.3.1976.

La nostra Costituzione prevede, all’art. 10, che “l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”.

Il Parlamento italiano, in forza di quest’ultima norma, ha recepito questo “Patto…”con la legge n. 881 del 25.10.1977,  cosicché anche l’Italia  riconosce il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per sé e per la loro famiglia, che includa un’alimentazione, un vestiario, ed un alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita. Gli Stati parti prenderanno misure idonee ad assicurare l’attuazione di questo diritto…” (art.11).

Una norma chiara che impone agli Stati di “riconoscere ad ogni individuo il diritto ad un alloggio adeguato”.  Da sottolineare l’aggettivo    adeguato”.

La proprietà di un minimo spazio vitale dove vivere è un diritto inalienabile e, in quanto tale, non può essere assoggettato al pagamento di tributi come l’ I. M. U..

Interessante ricordare, in proposito,  come una recente direttiva europea, relativa alla costruzione delle porcilaie, stabilisca che persino i suini devono alloggiare in una adeguata superficie che non può essere inferiore ai 6-9 mq. per suino. Nulla in contrario! Ma vogliamo applicarla anche alle persone?
Chiediamo a questo punto che almeno le stesse garanzie di vivibilità riconosciute ai suini (cioè una superficie minima vitale dove abitare senza dover pagare alcun balzello) siano riconosciute anche alle persone.
Dobbiamo chiederci: è in linea con il quadro legislativo sopra delineato l’I. M. U. sull’unica casa abitata dal suo proprietario quando non supera – come da noi già prospettato – i 150 mq? Riteniamo di no.

Diciamo di no  perché lo Stato italiano, con l’art. 10  della Costituzione, viene a trovarsi dentro la realtà internazionale al punto tale da esserne direttamente e immediatamente condizionato nella propria  vita interna anche nella sua funzione legislativa che deve riconoscere ad ogni individuo il diritto inalienabile ad usufruire di uno spazio sufficiente ad una vita dignitosa.

Forse al Governo Monti sarà sfuggita la presenza di questo vincolo costituzionale, ma è necessario porvi rimedio immediatamente.

Noi, se verremo rieletti, ci impegniamo a proporre una immediata modifica della disciplina dell’ I. M. U. per renderla aderente agli articoli 10, 53 della Costituzione, del Patto Internazionale e della legge italiana che lo ha recepito n. 881 del 25.10.1977.
La nostra proposta è: “ l’unica casa abitata dal suo proprietario, sarà totalmente esentata dal pagamento dell’ I. M. U. fino ad una superficie di  150 mq., mentre sarà assoggettata al pagamento la parte che eccede i 150mq” con un’aliquota inversamente proporzionale al numero dei componenti del nucleo familiare.

 Grazie per l’ospitalità.

Gli Onorevoli Cencio e Straccio.

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