giovedì 7 febbraio 2013

IL RAGLIO DELL'ASINO, IL VOTO DI DESISTENZA E IL VOTO UTILE: OVVERO STRATEGIE ELETTORALI TRA LE FORZE POLITICHE DEL CENTRO-SINISTRA ( B. M. V. )



Un giorno, quando la creazione era ancora nuova nuova, gli abitanti del luogo organizzarono un concorso di canto al quale si iscrissero rapidamente quasi tutti i presenti, dal cardellino al rinoceronte.
Sotto la guida del gufo, venne decretato che la votazione per la proclamazione del vincitore sarebbe stata a scrutinio segreto e universale; avrebbero quindi votato tutti i partecipanti al concorso canoro, in qualità anche di componenti della giuria. 
Così fu.  Tutti gli animali, compreso l’uomo, salirono sul palco a cantare e ricevettero maggiori o minori applausi da parte del pubblico. Poi scrissero il voto sopra un foglietto e lo infilarono, piegato, dentro una grande urna sotto il diretto controllo del gufo.

Quando giunse il momento del conteggio, il gufo salì sul palcoscenico e, con a fianco due anziane scimmie, aprì l’urna per iniziare il computo dei voti.
Uno degli anziani estrasse il primo voto e il gufo, nell’emozione generale, gridò: “Il primo voto, fratelli, è per il nostro amico asino!”.
Calò il silenzio, seguito da alcuni timidi applausi.
“Secondo voto: l’asino!”. Raglio

Un giorno, quando la creazione era ancora nuova nuova, gli abitanti del luogo organizzarono un concorso di canto al quale si iscrissero rapidamente quasi tutti i presenti, dal cardellino al rinoceronte.
Sotto la guida del gufo, venne decretato che la votazione per la proclamazione del vincitore sarebbe stata a scrutinio segreto e universale; avrebbero quindi votato tutti i partecipanti al concorso canoro, in qualità anche di componenti della giuria. 
Così fu.  Tutti gli animali, compreso l’uomo, salirono sul palco a cantare e ricevettero maggiori o minori applausi da parte del pubblico. Poi scrissero il voto sopra un foglietto e lo infilarono, piegato, dentro una grande urna sotto il diretto controllo del gufo.

Quando giunse il momento del conteggio, il gufo salì sul palcoscenico e, con a fianco due anziane scimmie, aprì l’urna per iniziare il computo dei voti.
Uno degli anziani estrasse il primo voto e il gufo, nell’emozione generale, gridò: “Il primo voto, fratelli, è per il nostro amico asino!”.
Calò il silenzio, seguito da alcuni timidi applausi.
“Secondo voto: l’asino!”.
Sconcerto generale.
“Terzo: l’asino!”.
I concorrenti iniziarono a guardarsi sorpresi, poi si scambiarono occhiate accusatorie e alla fine, visto che continuavano a uscire voti per l’asino, erano sempre più vergognosi sentendosi in colpa per come avevano votato. Tutti sapevano che non c’è canto peggiore del disastroso raglio dell’asino. Eppure, uno dopo l’altro, i voti lo designavano come il miglior cantante.
E così avvenne che al termine dello scrutinio, “per libera scelta della giuria imparziale” venne deciso che lo stonato e stridente raglio dell’asino fosse il vincitore.  E  così venne dichiarato la “migliore voce del bosco e dintorni”.

In seguito il gufo spiegò l’accaduto: ogni concorrente, certo di essere lui in vincitore, aveva dato il proprio voto al partecipante meno probabile, a colui che non avrebbe rappresentato nessuna minaccia.
La votazione fu quasi unanime. Soltanto due voti non andarono all’asino: quello dell’asino, che riteneva di non avere nulla da perdere e aveva votato in tutta sincerità per l’allodola, e quello dell’uomo che, ovviamente, aveva votato per se stesso.

* Estratto da “Il Bollettino Salesiano”, febbraio 2013-

Sconcerto generale.
“Terzo: l’asino!”.
I concorrenti iniziarono a guardarsi sorpresi, poi si scambiarono occhiate accusatorie e alla fine, visto che continuavano a uscire voti per l’asino, erano sempre più vergognosi sentendosi in colpa per come avevano votato. Tutti sapevano che non c’è canto peggiore del disastroso raglio dell’asino. Eppure, uno dopo l’altro, i voti lo designavano come il miglior cantante.
E così avvenne che al termine dello scrutinio, “per libera scelta della giuria imparziale” venne deciso che lo stonato e stridente raglio dell’asino fosse il vincitore.  E  così venne dichiarato la “migliore voce del bosco e dintorni”.

In seguito il gufo spiegò l’accaduto: ogni concorrente, certo di essere lui in vincitore, aveva dato il proprio voto al partecipante meno probabile, a colui che non avrebbe rappresentato nessuna minaccia.
La votazione fu quasi unanime. Soltanto due voti non andarono all’asino: quello dell’asino, che riteneva di non avere nulla da perdere e aveva votato in tutta sincerità per l’allodola, e quello dell’uomo che, ovviamente, aveva votato per se stesso.

* Estratto da “Il Bollettino Salesiano”, febbraio 2013-

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