All’attenzione del Sig.
Beppe Grillo
Ogg: Patto di stabilità –
sentenza Corte Cost.le n. 219/2013
Economisti e tecnici sono
concordi nell’affermare che con le ultime riforme sulla stesura dei bilanci
nazionali, approvate a livello europeo, l’Italia, più degli altri Stati, sarà
di fatto e di diritto commissariata
dall’Europa che detterà, in materia economico-finanziaria, l’agenda al nostro
Paese.
Ciò comporterà anche l’imposizione di vincoli più restrittivi e
penalizzanti per il nostro Paese, con un debito pubblico al di sopra del 120%
del P. I. L., in tema di “Patto di stabilità”.
Il “Patto di stabilità” ha come obiettivo primario il controllo dell’indebitamento netto
dello Stato e degli Enti territoriali: Regioni - sia a Statuto speciale che a Statuto ordinario -, Province
autonome di Trento e Bolzano, tutte le altre Province, i Comuni e le Comunità
montane.
In forza del “Patto di stabilità” che ha rafforzato il
coordinamento della governance economica di tutti i Paesi membri della Comunità
Europea:
a) i singoli Stati devono rispettare con i loro
bilanci:
un deficit pubblico non
superiore al 3% del P.I.L.
un debito pubblico al di sotto
del 60% del P.I.L.
Da evidenziare che per la prima
volta da quest’anno i bilanci dei singoli Stati prima di essere sottoposti
all’esame ed approvazione dei rispettivi Parlamenti sono controllati preventivamente dalla Commissione Europea. E’
tra i poteri della suddetta Commissione chiedere ai singoli Governi, con i
conti pubblici non in linea con i vincoli in materia di deficit e debito, delle
correzioni. Sono poi previste sanzioni per i Paesi che non rispettano tali
vincoli e, addirittura, per i Paesi che non garantiscono piena correttezza nelle statistiche sui conti pubblici.
b) il nostro Parlamento, da parte sua,
legittimamente impone agli Enti territoriali
sopra elencati “vincoli alle loro politiche di bilancio” al fine di coordinare la finanza pubblica per
il raggiungimento degli obiettivi nazionali concordati a livello comunitario. Tutto
ciò al fine di consentire un’evoluzione della spesa complessiva delle
Amministrazioni Pubbliche coordinata dallo Stato (art. 119 Costituzione), così
da garantire coerenza tra i loro bilanci e gli obiettivi fissati sia a livello
comunitario che a livello nazionale .
La Corte dei Conti è chiamata,
da parte sua, ad applicare sanzioni economiche agli
Enti Territoriali che non rispettano il “Patto di stabilità,
dichiarandone il dissesto in forza del Decreto Legge n. 174/2012 convertito
nella Legge n. 213/2012.
Sig. Beppe ho usato il verbo
all’indicativo presente, ma forse avrei dovuto usare l’imperfetto e dire “era chiamata ad applicare”. Sa perché? Il 19 luglio 2013 la Corte Costituzionale con
la sentenza n. 219 ha stabilito che “è illegittima l’applicazione delle
sanzioni economiche sul mancato rispetto del patto di stabilità per le Regioni
a Statuto speciale”
Sig. Beppe con questa sentenza
forse siamo finiti su scherzi a parte: l’Italia può essere sanzionata
dall’Europa se non rispetta il Patto di
stabilità, al contrario, l’Italia nulla può fare nei confronti delle cinque
Regioni a Statuto speciale che non lo rispettano! E non solo delle cinque
Regioni suddette, ma anche dei Comuni e delle Province in esse ricadenti!
Immagini Lei che risate si son
fatte gli Amministratori di questi Enti, per alcuni dei quali era stato
certificato lo “stato di dissesto”.
Cosa Le chiedo Sig. Beppe? I
Cittadini che siedono in Parlamento sotto il simbolo M. 5 S. si facciano promotori di una proposta di legge
costituzionale a che venga attribuito allo Stato il potere – in quanto titolare
del coordinamento della finanza pubblica – di poter sanzionare anche le cinque
Regioni a Statuto speciale quando non rispettano il Patto di stabilità. Un
provvedimento, questo, che ci consentirà una sensibile riduzione di sperperi
così da consentire al Governo di reperire i fondi necessari per ridurre l’I. V. A. e altre imposte.
Nel ringraziarLa per
l’attenzione
La saluto cordialmente.
Giuseppe Castronovo
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