domenica 6 ottobre 2013


IL SENATORE BERLUSCONI          e            L’ASPIRANTE SENATORE DI GIACOMO  

                                                     Ovvero

            IL  LEONE                           e                               L’ASINO

 

On. Straccio: ti vedo assorto più del solito nei tuoi pensieri! Cosa ti passa per la mente mio caro collega?

On. Cencio: leggo le dichiarazioni del Sig. Di Giacomo e dico “ma siamo caduti proprio così in basso”?

On. Straccio: ma chi è sto Di Giacomo?

On. Cencio: è un molisano che, risultando il primo  dei non eletti al Senato per la Regione Molise, subentrerebbe al Senatore Berlusconi qualora quest’ultimo venisse dichiarato decaduto anche dall’aula del Senato. A difesa delle sue aspettative ha presentato una memoria alla Giunta chiamata a decidere la sorte del Senatore Berlusconi.

On. Straccio: ma sto Di Giacomo ha detto qualcosa che non doveva? Credimi, noto che hai perso la solita pacatezza che tutti finora ti hanno riconosciuto!

On. Cencio: il suo legale, l’Avvocato Di Pardo, ha presentato alla Giunta una memoria a difesa dell’aspirante Sen. Di Giacomo con affermazioni del tutto impensabili, anche solo qualche mese fa, da parte di un candidato nella stessa lista del Sen. Berlusconi.

On. Straccio: cosa c’è scritto di così sconvolgente?

On. Cencio: emerge, tra le altre, questa dichiarazione: “Berlusconi non ha i requisiti morali per sedere in parlamento” .

On. Straccio: hai ragione! Dichiarazione del tutto fuori luogo, specialmente se, come tu hai attentamente osservato, fatte da una persona candidata nella stessa lista del Cavaliere!

On. Cencio: sono convinto sempre più che la “vicenda Berlusconi e gli accadimenti di questi ultimi giorni”

vadano letti e interpretati alla luce di quanto ci racconta il grande Fedro in una delle sue favole che ha rappresentato da sempre il perfetto paradigma della parabola della vita di molti Politici.

On. Straccio: a quale favola ti riferisci?

On. Cencio: alla favola intitolata: IL VECCHIO LEONE, IL CINGHIALE, IL TORO, E L’ASINO”. Trattasi di una favola con la quale il grande Fedro ci racconta che:

 

Un vecchio leone, oramai privo di forze

per l’età avanzata, aspettava di emettere

l’ultimo respiro.

Venne un cinghiale e col fulmineo dente

vendicò un’antica offesa.

Venne poi un toro  e con le sua corna

si scagliò contro il vecchio leone.

Venne infine un asino e gli sferrò

un calcio in fronte che risultò

fatale per il vecchio leone.

Il leone spirò. Ma prima disse:

“amaro fu l’assalto di chi ti ha preceduto!

Ma dopo il tuo vile assalto, mi sembra di morire

anche due volte.

 

On. Straccio: che pathos! Mi sembra di essere presente alla scena così efficacemente descritta da Fedro.

On. Cencio: come vedi…passano i secoli ma la storia si ripete ancora una volta, addirittura nelle aule parlamentari!

Nessun commento:

Posta un commento