mercoledì 12 febbraio 2014


                DUELLO LETTA - RENZI:  NE PARLANO AL CIRCOLO DELLA CONCORDIA.

 

 

Giacomo: amici….ma quanto potrà durare ancora questo duello  LETTA/RENZI!

Franco: in effetti sta diventando una vicenda logorante per entrambi.

Lucio: io direi logorante  soprattutto per il Paese.

Enzo: è un muro contro muro perché i due  ancora non riescono a trovare un punto di equilibrio.

Ludovico: sta diventando, mi sembra, una guerra non solo tra due visioni politiche, ma anche tra due ambiziosi.

Giacomo: Prof. Vezio…. lei cosa ne dice?

Vezio: puntuale e attenta l’analisi dell’amico Ludovico quando parla di “guerra tra due ambiziosi”. E la storia ci indica più di una di queste guerre che io non esito a definire fratricide.

Enzo: prof. ce ne può ricordare qualcuna?

Vezio: l’umanità già agli inizi conobbe la tragica guerra fratricida tra CAINO  e ABELE. La storia prosegue con ROMOLO e REMO.  E potrei proseguire ma certamente vi annoierei. Ma anche nel calcio moderno chi è che non ricorda il dualismo RIVERA/ MAZZOLA?  Vedete cari amici….. con il duello RENZI/LETTA è LA STORIA CHE ANCORA UNA VOLTA SI RIPETE.  E’ un duello al quale ritengo possa attagliarsi un vecchio proverbio ancora in voga qualche generazione fa.

Giacomo: prof. a quale proverbio si riferisce?

Vezio: a quel proverbio che con tanta  sagacia ci dice che “due tordi su un cardello prima o poi si dan di becco”.

1 commento:

  1. Non escludo che questa vicenda possa apparire, o essere realmente una "guerra tra due ambiziosi".
    Purtroppo una politica inconcludente, quando non subdola e ambigua, ci ha, ormai, abituati alla diffidenza.
    Tuttavia, fosse solo per tenere accesa l'illusione di una speranza, vorrei sforzarmi di intravedere un barlume di buona fede. Buona fede negli sforzi di Letta, buona fede, comunque, nelle intenzioni di Renzi.
    Siamo stufi di sentirci ripetere come un mantra il ritornello: non ci sono le risorse!
    Sono convinto che persone di buona volontà (quali dovrebbero essere i cosiddetti nostri rappresentanti che guardassero al bene comune e non ai propri variopinti interessi), potrebbero trovare risorse anche in Italia, eccome! e senza forzare molto la fantasia.
    Ma scelte in questa direzione non sono mai abbastanza condivise, sono lente, contrastate e, in definitiv,a ciò che ne risulta è inconcludenza e immobilismo.
    Eppoi alcune scelte, non fatte a suo tempo, richiedono investimenti e non sono così a portata di mano come sarebbe necessario ora, vista l'urgenza.
    A mio parere, quindi, quando il tempo è ormai scaduto, bisogna esperire tentativi di soluzione solo a livello, ormai, europeo, uscendo dall'ambito nazionale.
    Non parlo di una radicale uscita dall'euro, ma di ricerca di soluzioni più adatte alla contingenza del momento.
    Non si può, credo, perseguire testardamente pareggi di bilancio, o impedire sforamenti vari in un periodo di crisi di questo livello, affidandosi all'imposizione fiscale sui cittadini, cui non sappiamo fino a quando potranno, per le loro risorse assottigliate, rispondere , e rassegnarsi alla chiusura delle aziende, o alla loro fuga all'estero con buona pace di governanti inermi.
    Il tentativo di soluzione del problema che, poi, non è solo dell'Italia, va esperito, credo, solo con uomini capaci, convinti e convincenti che coinvolgano in un cambio di direzione la troika europea, costringendola a più miti consigli.
    Salvatore Cataldo
    Altrimenti anche l'azione di un governo "a guida Renzi" temo sarà l'ennesima inconcludenza.

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