IL LINGUAGGIO DELL’INCIVILTA’
LETTERA APERTA AL PROF. ERNESTO
GALLI DELLA LOGGIA.
Il Corriere della Sera del 14
febbraio 2014 ha ospitato un suo editoriale dal titolo “Il
linguaggio dell’inciviltà”.
Leggo nel suo scritto: “abito
a Roma nei pressi di una scuola (medie e liceo), e all’inizio e alla fine delle
lezioni la mia via si riempie di ragazzi. Mi capita così di ascoltare assai
spesso le loro chiacchiere, gli scambi di battute. Ebbene, quello che mi arriva alle orecchie è una continua raffica di
parolacce e di bestemmie, un oceano di turpiloquio. Praticamente,
qualunque sia l’argomento, in una sorte di coazione irrefrenabile dalle loro bocche viene fuori ogni tre parole un’oscenità o
una parola blasfema……Un linguaggio scurrile e violento che un tempo sarebbe
stato di casa solo nelle caserme o nelle bettole più malfamate… Le ragazze
appaio le più corrive e quasi le più compiaciute nel praticare un linguaggio
scurrile….Il declino italiano è anche questo. Il degrado dei
comportamenti, dei modi e del linguaggio ha molte origini…. nell’indebolimento della
famiglia, della scuola della Chiesa, dei partiti, dei sindacati….”
Esimio Prof. mi permetta di
aggiungere al suo elenco anche la televisione.
Il linguaggio usato in questi
giorni dalla Littizzetto nella conduzione del
Festival di Sanremo ha anch’esso, non di rado, tutte le caratteristiche per
essere di casa “nelle caserme e nelle bettole più malfamate”.
Anche qui sta la presunta superiore modernità della Littizzetto : nel confondere gli studi televisivi con le caserme o le
bettole più malfamate. Anche le
furbizie della Littizzetto contribuiscono, non poco, a generare questo “linguaggio dell’inciviltà”.
Nel ringraziarLa per l’attenzione
La saluto cordialmente.
Giuseppe Castronovo
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