BANCA
ETRURIA NEL PENSIERO DI DANTE
Romano: amici…. che tristezza!
Totò: a che proposito questa tua esternazione?
Romano: la vicenda delle quattro Banche e della Banca Etruria in particolare mi turba
sempre più.
Ludovico: come mai?
Romano: al pensiero che i risparmi di una vita di
tanta gente semplice e onesta siano
finiti nelle mani di gente priva di scrupoli.
Giacomo: io, invece, penso al discredito gettato
sull’intero sistema bancario che potrebbe bloccare quel po’ di ripresa
economica che sembrava apparire all’orizzonte. Non dobbiamo del resto
dimenticare lo spessore, per i legami di stretta parentela con politici di
primo piano, di alcuni protagonisti di questa triste vicenda. Prof. Vezio ci faccia qualche riflessione. A
lei la parola.
Vezio: La “Vicenda Banca Etruria”? Amici… purtroppo c’è poco da raccontare. Anche
questa vicenda è una chiara e illuminante metafora dell’abisso in cui buona
parte della nostra classe politica ha fatto sprofondare il nostro Paese. Cari amici….e visto che siamo in Toscana, la
Regione del nostro somma Poeta, non posso non ricordare quanto vaticinava a
proposito del nostro Paese quando nel VI°
canto del Purgatorio scriveva:
“ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province ma bordello”.
Giacomo: grazie
prof. Vezio. Davvero illuminante il richiamo dantesco. Tanta attualità non la
si riscontra neppure nei discorsi dei nostri politici che molto spesso vanno in televisione a parlare senza comprendere
cosa dicono.
(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
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