martedì 29 marzo 2016

                                                  L’ASINO DI  FEDRO E  IL MINISTRO ALFANO

Romano: è proprio vero che molto raramente la saggezza visita i palazzi del potere politico.

Totò: come mai questa esternazione?
Romano: ci dicono i giornali che il Ministro  Angelino Alfano, che ha  abbandonato  al suo destino l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel suo momento umanamente e politicamente più critico,  mentre sceglieva delle cravatte dal suo fornitore di fiducia, un certo Talarico, si sia sfogato chiedendogli: “ma perché la gente non mi vota”?
Giacomo: qual è stata la risposta dell’amico Talarico?
Romano: così: “caro Angelino, purtroppo la gente ti vede come il traditore di Berlusconi”
Giacomo: prof. Vezio…. come giudica la risposta di Talarico?
Vezio: i clienti di Talarico han ben fotografato il politico Alfano e il suo modo di far politica. Vedete…
Giacomo: che cosa prof.?
Vezio: lo scrittore latino Marziale diceva che ”...non cuicumque datum est habere nasum”  che tradotto vuol dire che “non a tutti è concesso avere naso” cioè saggezza.  Quella saggezza che, per la tempistica e le modalità dell’abbandono (forse sarebbe più appropriato il termine tradimento), il Ministro Alfano  ha dimostrato nella circostanza di non possedere. Ancora una volta s’è ripetuta la storia narrataci dallo scrittore latino Fedro nella favola  “Il leone morente” .
Ludovico: prof. potrebbe   leggere e commentarci questa favola? Le prendo il volume dallo scaffale?.
Vezio: fai pure.
Dopo qualche minuto dopo.
Vezio: grazie Ludovico. Cerchiamo…l’asino, il cervo, il macellaio …… ecco “Il leone morente”.    Ebbene passiamo alla lettura.

“chi perde il potere di un tempo
  nella sua caduta rovinosa
  è schernito anche dai vili.
  Sfinito per il peso  degli anni,
  abbandonato dalle sue forze,
  il leone giaceva nell’attesa
  di esalare l’ultimo respiro.
  Venne il cinghiale
  con le sue fulminee zanne
  e con un colpo vendicò
  un’antica offesa.
  Poi il toro con le corna ostili  
  trafisse il corpo del
  suo nemico.
  L’asino appena vide che
  poteva colpirlo impunemente
  lo prese a calci in fronte.
  Allora il leone esalando l’ultimo respiro
  gli disse: “ho tollerato che
  mi offendessero i forti indegnamente;
  ma ora che son costretto a sopportare
  te, vergogna della natura,
  mi sembra di morire due volte”.
Amici, ogni mio commento offenderebbe le vostre intelligenze. Dico solamente che come nel racconto di Fedro protagonista è l’asino, così nella vicenda della cacciata di Berlusconi dalla vita politica il ruolo del quadrupede venne svolto dal Ministro Alfano e dai vari Quagliariello, Lorenzin, Lupi e loro seguaci…… che con quel calcio di ingratitudine sferrato a Silvio Berlusconi,   mantennero la loro poltrona ministeriale. 
(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it


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