CHI
SEMINA VENTO RACCOGLIE
TEMPESTA
Totò: amici… che ne dite dei 4
milioni di lettere che il nostro Presidente del Consiglio Renzi ha inviato ai
nostri connazionali residenti all’estero invitandoli a votare a favore della
sua proposta di riforma costituzionale?
Franco: la verità è che più ci
avviciniamo alla fatidica data del quattro dicembre e più Renzi ci appare in
evidente difficoltà.
Giacomo: il punto, amici miei,
è proprio questo: bisogna capire come mai all’appuntamento referendario dopo il
quale, al di là del suo esito, nulla potrà essere più come prima sia nella
politica italiana che nel Partito Democratico in particolare, troviamo un Renzi
in una situazione di evidente affanno. Un Renzi che ha perso molte delle sue
certezze iniziali; e la lettera di cui
parlava l’amico Totò sta a testimoniare l’attuale difficoltà alla quale intende
porre un disperato rimedio.
Ennio: condivido il pensiero
dell’amico Giacomo. Prof. Vezio….ma lei cosa ne pensa?
Vezio: amici…un vecchio
proverbio di antica saggezza ci insegna che
“chi semina vento raccoglie
tempesta”.
Ennio: questo proverbio, in
rapporto al nostro argomento, cosa ci
insegna?
Vezio: ritengo di poter
tranquillamente affermare che il primo nemico del SI a
questo referendum è lo stesso Renzi.
Rodolfo: non le sembra
un’affermazione esagerata?
Vezio: ascoltate
e forse mi darete ragione. Il nostro Renzi, In questi due anni di guida
del Governo, non poche volte ha ceduto all’esuberanza, cioè alla tendenza a
mettere al primo posto la propria persona, anche prima dello stesso Partito
Democratico. Un atteggiamento, il suo, da spaccone egocentrico ed
esibizionista.
Ennio: prof., pur condividendo
la sua analisi, penso che non possiamo ridurre gli errori di Renzi a un semplice problema caratteriale.
Vezio: ovviamente non è solo
un aspetto caratteriale ma anche di atteggiamento politico che sovente è
sconfinato nel dispotismo, cioè in quella forma di governo in cui la
legittimità della legge coincide con la volontà di chi detiene il potere. Un
modo di gestire la cosa pubblica che ha creato, anche all’interno del suo
partito, tensioni che potevano essere evitate.
Mi state chiedendo qualche esempio,
facciamolo:
-pensiamo ai rapporti con il
Sindacato: non solo lo ha attaccato, ma lo ha anche irriso.
-pensiamo ai rapporti con
coloro che, dall’interno del suo stesso
partito, hanno apertamente criticato certe scelte: quanto vero e proprio
disprezzo ha manifestato nei loro confronti! Lo stanno a dimostrare i verbi
dallo stesso utilizzati nei confronti dei suoi avversari interni ed esterni al
suo stesso Partito: “asfaltare”, “rottamare”, “spianare”. Per non parlare del termine “gufo” con il quale è solito
indicare al pubblico ludibrio coloro che disapprovano certe sue discutibili
scelte.
Pensava di non dover pagare
mai dazio? S’è sbagliato. Purtroppo è il Paese che, spaccato in due con questo referendum, ne sta
pagando le conseguenze. Una modifica , questa della nostra Costituzione, che
poteva e doveva essere gestita diversamente e non in modo così traumatico prima
in sede parlamentare e poi nelle
modalità di svolgimento della campagna referendaria che solo per decisione
dello stesso Renzi oramai si protrae da
troppi mesi. Speriamo che il 5 dicembre la politica faccia tesoro di questa
esperienza negativa.
(Dai dibattiti svolti al
Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it