martedì 29 novembre 2016

                       CHI  SEMINA  VENTO  RACCOGLIE  TEMPESTA
Totò: amici… che ne dite dei 4 milioni di lettere che il nostro Presidente del Consiglio Renzi ha inviato ai nostri connazionali residenti all’estero invitandoli a votare a favore della sua proposta di riforma costituzionale?
Franco: la verità è che più ci avviciniamo alla fatidica data del quattro dicembre e più Renzi ci appare in evidente difficoltà.
Giacomo: il punto, amici miei, è proprio questo: bisogna capire come mai all’appuntamento referendario dopo il quale, al di là del suo esito, nulla potrà essere più come prima sia nella politica italiana che nel Partito Democratico in particolare, troviamo un Renzi in una situazione di evidente affanno. Un Renzi che ha perso molte delle sue certezze iniziali;  e la lettera di cui parlava l’amico Totò sta a testimoniare l’attuale difficoltà alla quale intende porre un disperato rimedio.
Ennio: condivido il pensiero dell’amico Giacomo. Prof. Vezio….ma lei cosa ne pensa?
Vezio: amici…un vecchio proverbio di antica saggezza ci insegna che  “chi semina vento raccoglie tempesta”.
Ennio: questo proverbio, in rapporto al nostro argomento,  cosa ci insegna?
Vezio: ritengo di poter tranquillamente affermare che il primo nemico del  SI  a questo referendum è lo stesso Renzi.
Rodolfo: non le sembra un’affermazione esagerata?
Vezio:  ascoltate  e forse mi darete ragione. Il nostro Renzi, In questi due anni di guida del Governo, non poche volte ha ceduto all’esuberanza, cioè alla tendenza a mettere al primo posto la propria persona, anche prima dello stesso Partito Democratico. Un atteggiamento, il suo, da spaccone egocentrico ed esibizionista.
Ennio: prof., pur condividendo la sua analisi, penso che non possiamo ridurre gli errori di Renzi  a un semplice problema caratteriale.
Vezio: ovviamente non è solo un aspetto caratteriale ma anche di atteggiamento politico che sovente è sconfinato nel dispotismo, cioè in quella forma di governo in cui la legittimità della legge coincide con la volontà di chi detiene il potere. Un modo di gestire la cosa pubblica che ha creato, anche all’interno del suo partito, tensioni che potevano essere evitate.
Mi state chiedendo qualche esempio, facciamolo:
-pensiamo ai rapporti con il Sindacato: non solo lo ha attaccato, ma lo ha anche irriso.
-pensiamo ai rapporti con coloro che,  dall’interno del suo stesso partito, hanno apertamente criticato certe scelte: quanto vero e proprio disprezzo ha manifestato nei loro confronti! Lo stanno a dimostrare i verbi dallo stesso utilizzati nei confronti dei suoi avversari interni ed esterni al suo stesso Partito: “asfaltare”, “rottamare”, “spianare”.  Per non parlare del termine  “gufo” con il quale è solito indicare al pubblico ludibrio coloro che disapprovano certe sue discutibili scelte.
Pensava di non dover pagare mai dazio? S’è sbagliato. Purtroppo è il Paese che,  spaccato in due con questo referendum, ne sta pagando le conseguenze. Una modifica , questa della nostra Costituzione, che poteva e doveva essere gestita diversamente e non in modo così traumatico prima in sede parlamentare e poi  nelle modalità di svolgimento della campagna referendaria che solo per decisione dello stesso Renzi  oramai si protrae da troppi mesi. Speriamo che il 5 dicembre la politica faccia tesoro di questa esperienza  negativa.
(Dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it



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