SCONTRO
MAGISTRATURA – POLITICA: GUERRA INFINITA
DI CHI LA
COLPA?
Romano: amici….non vi sembra
che adesso stiano esagerando, e non poco, tutti quanti, nessuno escluso!
Totò: a chi ti riferisci? E a
che proposito?
Romano: all’ennesima guerra
scatenatasi tra magistratura e politica in questi ultimi giorni.
Ennio: giornali e televisione
sono diventati altrettanti campi di combattimento dove la palma della vittoria
viene assegnata a chi la spara più
grossa.
Ludovico: credo di non
sbagliare affermando che da questo scontro un dato è emerso chiaramente:
nessuno dei contendenti si è attenuto al
principio dei nostri avi: “la tua lingua non preceda il pensiero”.
Marco: in effetti mi sembra che
tutti i protagonisti di questa guerriglia abbiano sottovalutato la
necessità che le loro esternazioni
siano ispirate da una equilibrata
moderazione.
Giacomo: visto che tutti i
contendenti si stanno dimostrando alquanto loquaci, vorrei anche che rispondessimo a questa domanda: “ha ancora valore il
silenzio”? Io francamente
non sono all’altezza del tema.
Lino: prof. Vezio…risponda
lei.
Vezio: purtroppo non dico
nulla di nuovo quando affermo che ai nostri giorni la politica è dominata da
fiumi di parole. Le nostre orecchie devono ascoltarne tante perché i politici hanno
paura che nel silenzio possiamo dimenticarci di loro. E il guaio, amici miei, è che questo fiume di parole non di rado si
trasforma in una vera e propria rissa. E
voi capite bene che discutere, confrontarsi è una
virtù, la rissa no.
Lino: prof. cosa direbbe al
Presidente del Consiglio Renzi e al giudice Davigo, i due diretti
protagonisti di questa rissa?
Vezio: inviterei Renzi, che è
colui che a questa rissa ha dato inizio, a meditare il filosofo Seneca il quale
ci dice che “alium silere quod voles,
primus sile” e cioè “taci tu per primo, se vuoi ch’altri
taccia”.
Inviterei poi il Dr. Davigo, Presidente
dell’Associazione nazionale Magistrati, a meditare il filosofo San Bonaventura da
Bagnoreggio il quale ci dice che “ex silentio nutritur iustitia”
e cioè “di silenzio si nutre la
giustizia”.
(dai dialoghi svolti al
Circolo della Concordia)
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