lunedì 19 febbraio 2018


CAMPAGNE ELETTORALI AI TEMPI DEI ROMANI E AI TEMPI NOSTRI: ANALOGIE.
Totò: amici…. che ne dite della campagna elettorale di questo 2018?
Franco: posso dire quello che penso?
Cecè: dillo pure.  Siamo tra amici!
Franco: la campagna elettorale? E’ un’operazione utilizzando la quale i Partiti si sputtanano vicendevolmente. Una puntualizzazione se me lo permettete.
Giacomo : puntualizza pure.
Franco: intendo per “sputtanamento”  una rivelazione malevola di notizie, più che altro di natura privata  e non pubblica,  per rovinare la reputazione di qualcuno presso l’opinione pubblica.
Giacomo: prof. Vezio….. lei cosa ne pensa?
Vezio: permettetemi di aggiungere all’analisi, da me condivisa,  dell’amico Franco, una riflessione sulla principale attività che sta caratterizzando questa campagna elettorale:  “ I Comizi tenuti in campagna elettorale”.
Ebbene, il Comizio elettorale è, in effetti, un modo del tutto particolare per agitare l’elettorato prima dell’uso. E i modi per agitarlo sono tanti: uno di questi è lo “sputtanamento” appunto.
Relativamente poi al termine “sputtanamento” permettetemi ricordarvi come già più di duemila  anni fa Quinto Cicerone, fratello del più famoso Marco Tullio Cicerone, scrisse proprio per suo fratello, impegnato nel 63 a. C. nella campagna elettorale per l’elezione a Console, una serie di consigli e riflessioni per istruirlo sulle strategie necessarie per un suo possibile successo elettorale. In seguito il tutto venne raccolto in un volume intitolato “Commentariolum petitionis”, ossia “Piccolo manuale per la campagna elettorale”.
Tra i consigli ve ne sono alcuni non propriamente condivisibili da un punto di vista etico. Leggiamo, ad esempio, verso la fine del capitolo 13° il seguente consiglio: “fai anche  in modo che, nei limiti del possibile, venga fuori nei confronti dei tuoi avversari qualche maldicenza che abbia ad oggetto le loro abitudini  o in tema di disonestà o smoderatezza nei desideri o di sperpero di denaro”.
Siamo nel 63 a. C.: ecco cosa consigliava già allora lo “spin doctor” alla romana al già famoso avvocato  Marco Tullio Cicerone candidato in una competizione elettorale: scavare nella vita privata degli avversari, individuare le loro vulnerabilità più nascoste e denunciarle pubblicamente. Davvero niente di nuovo sotto il cielo: ciò che valeva 2000 anni fa per i candidati di allora, vale anche oggi.  Non è infatti difficile intravedere nella divulgazione di una lite familiare  tra il Capitano Gregorio De Falco e sua moglie una vera e propria applicazione scientifica del consiglio di Quinto Cicerone. Il De Falco, oggi candidato con il M. 5 S. , diventato celebre per aver condotto le operazioni di salvataggio delle persone a bordo della Costa Concordia, è diventato subito facile bersaglio di Renzi e della candidata del P. D. nello stesso collegio di De Falco.  Un consiglio dunque, questo di Quinzio Cicerone,  che, vista la reazione del Partito di Renzi,  sta a testimoniare l’eterna immutabilità dell’animo umano. Campagne elettorali non esenti da bassezze allora, così come  lo sono quelle cui assistiamo oggi noi!
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it



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