CAMPAGNE ELETTORALI AI TEMPI DEI ROMANI E AI TEMPI NOSTRI:
ANALOGIE.
Totò: amici…. che ne dite
della campagna elettorale di questo 2018?
Franco: posso dire quello che
penso?
Cecè: dillo pure. Siamo tra amici!
Franco: la campagna
elettorale? E’ un’operazione utilizzando la quale i Partiti si sputtanano vicendevolmente. Una
puntualizzazione se me lo permettete.
Giacomo : puntualizza pure.
Franco: intendo per “sputtanamento” una rivelazione malevola di notizie, più che
altro di natura privata e non
pubblica, per rovinare la reputazione di
qualcuno presso l’opinione pubblica.
Giacomo: prof. Vezio….. lei
cosa ne pensa?
Vezio: permettetemi di
aggiungere all’analisi, da me condivisa, dell’amico Franco, una riflessione sulla
principale attività che sta caratterizzando questa campagna elettorale: “ I
Comizi tenuti in campagna elettorale”.
Ebbene, il Comizio elettorale è, in effetti, un modo del tutto
particolare per agitare l’elettorato prima dell’uso. E i modi per agitarlo
sono tanti: uno di questi è lo “sputtanamento” appunto.
Relativamente poi al termine
“sputtanamento” permettetemi ricordarvi come già più di duemila anni fa Quinto
Cicerone, fratello del più famoso Marco
Tullio Cicerone, scrisse proprio per suo fratello, impegnato nel 63 a. C. nella
campagna elettorale per l’elezione a Console, una serie di consigli e
riflessioni per istruirlo sulle strategie necessarie per un suo possibile
successo elettorale. In seguito il tutto venne raccolto in un volume intitolato
“Commentariolum petitionis”, ossia “Piccolo
manuale per la campagna elettorale”.
Tra i consigli ve ne sono
alcuni non propriamente condivisibili da un punto di vista etico. Leggiamo, ad
esempio, verso la fine del capitolo 13° il seguente consiglio: “fai anche
in modo che, nei limiti del possibile, venga fuori nei confronti dei
tuoi avversari qualche maldicenza che abbia ad oggetto le loro abitudini o in
tema di disonestà o smoderatezza nei desideri o di sperpero di denaro”.
Siamo nel 63 a. C.: ecco cosa
consigliava già allora lo “spin doctor” alla romana al già famoso avvocato Marco Tullio Cicerone candidato in una
competizione elettorale: scavare nella vita privata degli avversari,
individuare le loro vulnerabilità più nascoste e denunciarle pubblicamente.
Davvero niente di nuovo sotto il cielo: ciò che valeva 2000 anni fa per i
candidati di allora, vale anche oggi. Non è infatti difficile intravedere nella
divulgazione di una lite familiare tra
il Capitano Gregorio De Falco e sua moglie una vera e propria applicazione
scientifica del consiglio di Quinto Cicerone. Il De Falco, oggi candidato con
il M. 5 S. , diventato celebre per aver condotto le operazioni di salvataggio
delle persone a bordo della Costa Concordia, è diventato subito facile
bersaglio di Renzi e della candidata del P. D. nello stesso collegio di De
Falco. Un consiglio dunque, questo di
Quinzio Cicerone, che, vista la reazione
del Partito di Renzi, sta a testimoniare
l’eterna immutabilità dell’animo umano. Campagne elettorali non esenti da bassezze
allora, così come lo sono quelle cui
assistiamo oggi noi!
(Dai Dialoghi svolti al
Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
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