sabato 31 marzo 2018


                PALAZZO CHIGI: DI MAIO, SALVINI. UNA POLTRONA PER DUE!
Totò: amici…..è da qualche giorno che mi sto chiedendo senza sapermi ancora dare una risposta….
Franco: cosa ti stai chiedendo?
Totò: se il nostro  Presidente della Repubblica Mattarella ce la farà a cavare il classico ragno dal buco e cioè se riuscirà a individuare la persona giusta cui conferire l’incarico per la formazione del primo Governo della XVIII^ Legislatura.
Cecé: i risultati elettorali del 4 marzo  non faciliteranno, infatti, il lavoro di Mattarella: Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle  e Matteo Salvini (e qui incominciano i problemi perché non so se dire della Lega o della Coalizione di Centrodestra) battibeccano  un  giorno si e l’altro pure, ritenendosi entrambi pienamente legittimati dalle urne a ricevere l’incarico da Mattarella.
Dino: amici…. la verità è che sia Di Maio che Salvini sono due persone arroccate ognuno sulla sua posizione e, cosa ancora più grave, nessuno dei due vuole essere subalterno all’altro. Ed è così che la confusione torna a regnare, ancora una volta, sovrana nei Palazzi della politica italiana.
Ludovico: prof: Vezio può esporci il suo pensiero?
Vezio: E’ una situazione più difficile di quanto si possa pensare: da una parte c’è il M. 5 S. che con il 32% dei voti risulta il primo Partito uscito dalle urne elettorali del 4 marzo, ma sulla sponda opposta c’è la Lega, primo partito di una coalizione che, avendo ottenuto complessivamente il 37% è la coalizione risultata la più votata dagli elettori.
Ludovico: un vero e proprio guazzabuglio!
Vezio: caro Ludovico …. Questo che tu definisci “guazzabuglio”  è il frutto marcio di quella pianta malata che è la legge elettorale ( chiamata Rosatellum  dal nome del Deputato del Partito Democratico  Rosati) così tenacemente   voluta dall’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Dico voluta da Renzi perché non possiamo non ricordare i numerosi voti di fiducia imposti dal Governo durante la discussione parlamentare di questa legge!
Alessio: come il Presidente Mattarella potrà uscire da questo guazzabuglio?
Vezio: amici… il Presidente Mattarella si trova davanti a due leader (Di Maio e Salvini li sto citando in ordine alfabetico) che già parlano da Presidenti del Consiglio pur con una malcelata  consapevolezza che uno dei due, forse entrambi, non potranno esserlo, almeno per questa volta.
Due leader che non hanno allo stato attuale, la maggioranza parlamentare che possa esprimere contemporaneamente la maggioranza parlamentare per entrambi. Nonostante ciò entambi sono certi che il Presidente Mattarella conferirà loro l’incarico per la formazione del primo Governo della XVIII^ legislatura.
Cecè: Prof. …qual è il suo giudizio?
Vezio: consentitemi di commentare quanto sta accadendo con le parole del Poeta Giorgio Gaber:
Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po’ sfasciato.
Persino in Parlamento
c’è un’aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente”
Ritengo di non proseguire oltre; mi sembra che ogni mio e vostro ulteriore commento risulterebbe impari rispetto al pensiero di Giorgio Gaber.
(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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venerdì 23 marzo 2018



LA XVIII^ LEGISLATURA INIZIA CON L’IRRITUALE DISCORSO AL SENATO DELL’EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
Franco: amici… che ve n’è sembrato del discorso, tenuto al Senato, con il quale l’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ufficialmente  dato l’avvio alla XVIII^ legislatura?
Giacomo: irrituale! Un intervento altamente politico in una seduta dalla natura puramente tecnica qual’è quella in cui i Senatori sono chiamati esclusivamente ad eleggere il loro Presidente.
Cecè: io invece sono rimasto alquanto perplesso quando Napolitano ha parlato di “dilagante ribellione delle regioni meridionali”.
Giacomo: e lei Prof. Vezio?  
Vezio: condivido l’analisi sia dell’amico Giacomo  che quella dell’amico Cecè: si tratta infatti di parole di una persona che oramai essendo dal lontano 1953 – cioè  da 65 anni – al potere ricoprendo   incarichi quasi sempre di grande rilievo costituzionale, ed essendo cresciuto nel vecchio Partito Comunista Italiano dal “centralismo democratico”, definisce impropriamente come  “ribellione” la richiesta dei cittadini elettori ( forse, Costituzione alla mano, meglio dire popolo sovrano)  di un nuovo rapporto, invero ancora tutto da ricostruire, tra classe politica e Paese reale. Condivido anche il primo intervento dell’amico Giacomo: in effetti  nella sua prima seduta il Senato – così come del resto la Camera dei Deputati – è un collegio elettorale nel quale esclusivamente  si vota e non si discute. Napolitano ha parlato facendo un discorso non tecnico ma altamente politico. Un intervento, questo di Napolitano, che non ha avuto seguito perché non è stato aperto – e non poteva essere diversamente – nessun dibattito. Pazienza, essendo momentaneamente Presidente del Senato ha cambiato la prassi costituzionale.
(Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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martedì 20 marzo 2018


DOMAN, PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA, SVEGLIATE LA PERSONA AMATA CANTANDOLE  IL SUCCESSO DEI DIK DIK “IL PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA”
È quasi giorno ormai
e non ho tra le braccia
che il ricordo di te
ma è tardi devo correre
non c'è tempo per piangere

Salgo sopra un autobus
mentre guardo la gente
mi domando perché
mi sembrano tante nuvole
che nascondono te

E’ il primo giorno di primavera
Ma per me è solo il giorno
Che ho perso te

Qui in mezzo al traffico
c'è un pezzetto di verde
ed io mi chiedo perché
mentre nasce una primula
sto morendo per te
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domenica 18 marzo 2018




                                       LA   DOMANDA   DELLA   DOMENICA
                                                  (SCELTE DEL PARTITO DEMOCRATICO)

PER QUALE MOTIVO IL PARTITO DEMOCRATICO NON HA AFFRONTATO, NEL CORSO DELLA XVII^ LEGISLATURA APPENA CONCLUSA, IL  “PROBLEMA DEGLI ESODATI” CON LA STESSA DETERMINAZIONE CON LA QUALE HA AFFRONTATO IL “PROBLEMA DELLE UNIONI CIIVILI”  (LEGGE CIRINNA’)?
(Dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
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giovedì 15 marzo 2018



                 DICIOTTESIMA LEGISLATURA: L’ORIZZONTE DEGLI EVENTI

                         “Una classe politica alquanto irrequieta e ancor più chiassosa
                                           non produrrà mai una saggia politica”.
                         Prof. Vezio - Dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
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                         Castronovo Giuseppe

lunedì 12 marzo 2018



                   DIREZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO DOPO LE ELEZIONI DEL 4 MARZO

Franco: amici… avete letto anche voi?
Totò: che cosa?
Franco: Renzi non parteciperà ai lavori della prima Direzione del Partito Democratico dopo la sconfitta alle elezioni politiche  del 4 marzo.
Giacomo: il silenzio è bello;  temo che duri poco. Non a caso  Renzi ha detto “mi dimetto, ma non mollo”.
Vanni: comunque dicono, anche se a bassa voce, che il dopo Renzi possa non iniziare sotto una congiuntura astrale favorevole.
Marco: cioè?
Vanni: via Renzi, avanti un altro. Ma per fare cosa?
Giacomo: sicuramente, tanto  per cominciare in bellezza, un  gran ballo sotto le stelle!
Vezio: davvero brillante l’affermazione dell’amico Giacomo!  Consentitemi, però, di ricordare che fra pochi giorni ricorreranno le “Idi di marzo”  (15 MARZO 44 a. C.), cioè la data in cui fu assassinato Giulio Cesare da parte di quei Senatori romani i quali temevano che Giulio Cesare volesse diventare addirittura nuovo Re di Roma.
Molti storici hanno visto nell’assassini di Cesare la difesa dei valori della tradizione repubblicana messi in pericolo da un potere eccessivamente prepotente e autoritario, quale era quello esercitato proprio da Giulio Cesare, che pretendeva un indiscusso ossequio al proprio volere. Il mio è una ricostruzione  puramente storica di quanto avvenne il 15 marzo del 44 a. C.; ne consegue che  ogni riferimento ai protagonisti dei nostri giorni risulta puramente casuale. Saranno comunque gli sviluppi dei fatti di questi giorni  a consentire, fra qualche tempo, una comparazione tra i due fatti che, sebbene così lontani, mostrano non poche analogie.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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domenica 4 marzo 2018


     GLI   ONOREVOLI   CENCIO,      STRACCIO   E   ANTONIO   DE   CURTIS

On. Cencio: collega Straccio…..finalmente siamo arrivati al giorno del giudizio popolare; il giorno in cui il popolo è protagonista assoluto della vita democratica del nostro Paese: oggi, dopo tanti rinvii e giravolte per non dare la parola al popolo sovrano, finalmente si vota.
On. Straccio: hai proprio ragione! Oggi è la giornata nella quale la Politica ha come protagonista assoluto il cittadino elettore.
Totò: signori …se ho capito bene voi siete Onorevoli della Repubblica italiana. Mi rivolgo a voi per un favore.
On. Cencio: ma lei è Totò!
On. Straccio: collega è proprio il grande Totò.
Totò:  prego….. Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Commeno  Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio altezza imperiale principe di Costantinopoli, conte di Cipro  e  scusate se vi risparmio il resto.
On. Straccio: sig. Conte Porfirio di Montecristo etc. etc. etc.  ci dica cosa desidera.
Totò: Signori Onorevoli…se oggi è il giorno in cui l’elettore è protagonista assoluto,  rivolgo  a voi Lucidissimi Onorevoli:      “A  proposito di politica, ci sarebbe qualche coserellina da mangiare?”
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venerdì 2 marzo 2018


                                      IL MILLEPIEDI  IL  ROSPO  E  RENZI
Franco: amici… avete sentita l’ultima di Renzi?
Marco: ma è l’ultima o la penultima? Parla così tanto che l’ultima dopo qualche ora diventa penultima!
Franco: no, caro Marco. Mi riferisco, e così ci capiamo, proprio all’ultima di stamattina: intervistato dalla giornalista Tortora sulla rete televisiva  LA 7  durante il programma OMNIBUS.
Marco: e cosa ha detto?
Franco:  alla giornalista, che gli chiedeva cosa avrebbe fatto in caso di sconfitta, Renzi  ha risposto con poche parole ma perentorie, decise e inequivocabili. Ha detto “Comunque vada io sarò segretario fino al 2021, lo hanno deciso le primarie”
Giacomo: vedo che ha già messo le mani avanti!
Rodolfo: in che senso?
Giacomo: ricorderete anche voi quando disse, in occasione del referendum costituzionale del dicembre 2016 che lo vide rovinosamente soccombere, “se perdo considererò conclusa  la mia esperienza e mi ritiro”. Ebbene, questa volta annusando, forse, l’aria di una nuova sconfitta mette le mani avanti e dice che comunque vada tira diritto.
Franco: Prof. Vezio lei cosa ne pensa?
Vezio: penso che Renzi  intenda davvero restare asserragliato nel bunker del Nazareno anche in caso di sconfitta perché  rimarrà paralizzato così come lo rimase il millepiedi.
Ludovico: il millepiedi?
Vezio: si, proprio il millepiedi,  cioè quell’animaletto appartenente alla classe dei Diplopodi. La loro caratteristica è il lento incedere nonostante le tante zampe che si muovono tutte insieme.  Avrete anche notato che se  toccate un millepiedi, il suo corpo si paralizzi e si arrotoli formando una specie di disco.
Giacomo: grazie per  la sua lezione di zoologia. Ricordo  quando da bambino io ed altri amici ci divertivamo andando a cercarli  sotto terra e a toccarli per vederli assumere quella forma a disco da lei così efficacemente  descrittaci. Ma, mi scusi, cosa c’entra con Renzi?
Vezio:  ci dicono gli etologi  che il millepiedi, non dovendosi mai allacciare le scarpe, i visse felice e contento   fino a quando il Rospo un giorno scherzando  gli chiese : “spiegami un po’ quale zampa calzi per prima e quale   e quale dopo e quale muovi prima e quale dopo quando decidi di camminare”.  E fu  così che  il millepiedi,  nel guardare le sue numerose zampe, che fino ad allora non aveva mai contato,   entrò in una confusione tale che arrotolandosi su se stesso nel tentativo di contare le sue zampe  restò nel fosso immobilizzato.
Ritornando al nostro Renzi, credo che resterà senz’altro fermo nella sua decisione. Ma  in caso di una sconfitta per fare cosa? Non vorrei per fare la fine del millepiedi!. O peggio ancora, non vorrei che facesse  fare al nostro Paese  la fine del millepiedi.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
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giovedì 1 marzo 2018



                               I   MESI   DELL’ANNO   IN   FILASTROCCA
                                                       (Marzo)

                                                 Marzo pazzerello arriva il sole
                                                           e prendi l’ombrello.

                                                 Marzo libera il sol di prigionia.

                                                 Marzo ventoso fa volare il mantello
                                                 Marzo piovoso fa aprire l’ombrello.

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