LA XVIII^ LEGISLATURA INIZIA CON L’IRRITUALE DISCORSO AL
SENATO DELL’EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
Franco: amici… che ve n’è
sembrato del discorso, tenuto al Senato, con il quale l’ex Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ufficialmente dato l’avvio alla XVIII^ legislatura?
Giacomo: irrituale! Un
intervento altamente politico in una seduta dalla natura puramente tecnica
qual’è quella in cui i Senatori sono chiamati esclusivamente ad eleggere il
loro Presidente.
Cecè: io invece sono rimasto
alquanto perplesso quando Napolitano ha parlato di “dilagante ribellione delle
regioni meridionali”.
Giacomo: e lei Prof. Vezio?
Vezio: condivido l’analisi sia
dell’amico Giacomo che quella dell’amico
Cecè: si tratta infatti di parole di una persona che oramai essendo dal lontano
1953 – cioè da 65 anni – al potere
ricoprendo incarichi quasi sempre di
grande rilievo costituzionale, ed essendo cresciuto nel vecchio Partito
Comunista Italiano dal “centralismo democratico”, definisce impropriamente come
“ribellione”
la richiesta dei cittadini elettori ( forse, Costituzione alla mano, meglio
dire popolo sovrano) di un nuovo rapporto, invero ancora tutto da
ricostruire, tra classe politica e Paese reale.
Condivido anche il primo intervento dell’amico Giacomo: in effetti nella sua prima seduta il Senato – così come
del resto la Camera dei Deputati – è un collegio elettorale nel quale
esclusivamente si vota e non si discute.
Napolitano ha parlato facendo un discorso non tecnico ma altamente politico. Un
intervento, questo di Napolitano, che non ha avuto seguito perché non è stato
aperto – e non poteva essere diversamente – nessun dibattito. Pazienza, essendo
momentaneamente Presidente del Senato ha cambiato la prassi costituzionale.
(Dai dialoghi svolti al
Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
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